Il nazismo al potere
L’incendio del Reichstag:
Fu sparsa la voce falsa di un complotto comunista per impadronirsi del potere. I nazisti diedero inizio a una politica fondata sul terrore grazie a un decreto straordinario in base al quale venivano drasticamente limitate le libertà politiche e civili e posti sotto controllo la stampa e i partiti politici.
Dalle nuove elezioni al partito unico nazista:
Ci furono nuove elezioni e il Partito nazista non raggiunse la maggioranza assoluta, nessun deputato comunista né alcuni dei socialdemocratici poterono entrare in Parlamento, perché erano già stati arrestati alla vigilia delle elezioni. Hitler si confermò cancelliere e votò una legge-delega per concedere per quattro anni i pieni poteri al suo governo e instaurò un regime totalitario. Ci fu un partito unico, quello nazista.
La politica del terrore:
Hitler aveva assunto il ruolo di Fùhrer, cioè di duce. Fu abolita ogni libertà di associazione e di espressione e furono sospesi, oltre ai partiti anche i liberi sindacati, tale regime di terrore fu messo in atto attraverso la polizia politica o Gestapo, creata in seno alle istituzioni dello stato e le SS(reparti di difesa) che erano guidate da Himmler ed erano usate anche come guardia personae di Hitler. Dal 1933 furono inoltre organizzati dei campi di concentramento dove rinchiudeva gli avversare e gli oppositori mentre per i casi di “tradimento” fu creato un tribunale speciale, la Suprema corte popolare. Fu avviata anche una campagna contro la cultura non tedesca che metteva al bando e distruggeva i libri di tutte le epoche storiche.
L'opposizione interna:
Ernst Ròhm era un suo oppositore. Hitler fece una radicale epurazione del partito, accusando Ròhm e i suoi uomini di un immaginario colpo di stato e li sopprime fisicamente. La notte tra il 30 giugno e il 1 luglio 1934, nota come “notte dei lunghi coltelli” le SS uccidono Ròhm e altri membri delle sue SA.
La nascita del Terzo Reich:
Hitler ottenne il potere assoluto diventando oltre che cancelliere presidente dello stato, ribattezzato Terzo Reich. La Germani fu trasformata da stato federale a stato unitario con leggi che scioglievano i parlamenti, i governi e gli organi giudiziari dei vari stati tedeschi.
Il culto della personalità di Hitler e l’azione della propaganda:
Il Fuhrer era considerato l’incarnazione della volontà del “popolo tedesco”, la sua coscienza, e la fonte stessa del diritto e della legittimità (“la legge e la volontà del fuhrer sono tutt’uno!”). La popolazione attiva fu sottoposta a un rigido inquadramento nelle organizzazioni del Partito nazista.
I successi in campo economico:
Il mito del capo carismatico fu consacrato dai suoi effettivi successi in politica interna, egli infatti era riuscito a sollevare le sorti economiche del paese mediante una politica fortemente autarchica (autosufficiente). La Germania rinunciava non solo all'importazione delle materie prime non strettamente necessarie ma anche dei prodotti agricoli, mentre il risparmio veniva massicciamente convogliato nell'industrializzazione.
L'aggressivo espansionismo:
Seguì una politica estera nazionalista , a tale scopo promosse una politica di riarmo, in aperta violazione delle clausole del trattato di Versailles. L’espansionismo nazista si esercitò prima di tutto nei confronti dei paesi “naturalmente tedeschi”, come l’Austria e il territorio dei Sudeti, in Ciecoslovacchia. (Pangermanesimo)
L'atteggiamento dell'Europa verso il nazismo:
La democrazia dell'Europa occidentale sottovalutando l'avvento del nazismo per molte e complesse ragioni, Hitler realizzò il proprio programma con mediata lentezza. D'altra parte l'avvento di una dittatura non costituiva per l'Europa una novità, come in Italia con Mussolini. Infine, un altro fattore determinò una politica a lungo “morbida” verso il nazismo: la grande avversione che Hitler manifestò contro il comunismo bolscevico gli valse non poche simpatie sia in campo nazionale che estero.
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