Verso la maturità - Storia
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  • L'ascesa di Stalin
  • Il terrore staliniano e i gulag
  • Uno stato totalitario

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L'unione sovietica di Stalin

L'ascesa di Stalin

Nel 1922 nacque l’URSS e venne avviata la NEP che restituiva margini di libertà e di autonomia alla produzione e al commercio. Lenin morì nel 1924. Nacque così un triumvirato tra Stalin, Zinonev e Kamenev. Contro il triumvirato vi era Trotskij che sosteneva l’idea della rivoluzione permanente. Stalin era invece per il socialismo solo nell’URSS. Grazie all’appoggio di Bucharin riesce a mandare in esilio Trotskij, successivamente cacciò dal partito Zinonev, Kamenev e lo stesso Bucharin.

Stalin voleva dare impulso all’industria, interruppe quindi la NEP e impose la collettivizzazione forzata della terra. I Kulaki (proprietari terrieri) furono costretti a entrare nelle aziende agricole statali. Nacquero le Kolchozy (grande cooperativa, i membri conservavano alcune risorse a uso proprio) e le Sovchozy (aziende interamente statali di dimensioni superiori ai Kolchozy). Per fare ciò vi fu una violentissima campagna contro i Kulaki. Lo scopo dei piani quinquennali era l’incremento della produzione industriale, furono così favorite l’industria pesante e sorsero grandi città industriali collegate da comunicazioni ferroviarie e stradali. Aumentò così l’arrivo nelle città di masse di contadini che sfuggivano alle collettivizzazioni forzate. Nacque così lo stacanovismo, dal nome di Stakhanov, un minatore che era riuscito ad estratto una enorme quantità di carbone diventando così un modello da seguire.

Il terrore staliniano e i gulag

Poiché Stalin non poté contare sulla totale adesione della popolazione utilizzò l’arma del terrore e della repressione, creando un sistema dittatoriale fondato su un potere personale e tirannico. Si moltiplicarono le eliminazioni fisiche e i processi degli altri capi bolscevichi, fra le vittime ci fu lo stesso Trotskij. Questo periodo venne indicato come quello delle grandi purghe. Una delle molte vittime fu il maresciallo Michail Tuchacevskij che aveva guidato l’assalto contro l’insurrezione di Kronstadt ed era diventato il principale organizzatore e modernizzatore dell’armata rossa. Vennero creati dei campi di lavoro coatto, chiamati gulag, che furono chiusi nel 1987. Tra il 1928 e il 1940 furono in funzione oltre 160 gulag in cui vennero internati tra i 10 e i 20 milioni di prigionieri. Scopo dichiarato dell’internamento era la rieducazione politica dei traditori o nemici di classe, per mezzo del lavoro; in realtà esisteva una pianificazione degli arresti. I condannati vivevano e lavoravano in catene, alloggiavano in baracche umide, fredde e sovraffollate; la sorveglianza era strettissima, cani da guardia, filo spinato e territori impervi toglievano ogni speranza di fuga. I detenuti erano malnutriti e non adeguatamente vestiti; se malati o feriti non venivano curati. Ciò fu la causa principale dell’alto tasso di mortalità.

Uno stato totalitario

L’URSS presentava tutte le caratteristiche di uno stato totalitario: imponeva a tutti una ripida disciplina, finalizzata alla difesa e all’esaltazione della patria e dell’ideale comunista. Era basata sulla propaganda e sul culto della personalità.

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