Il dopoguerra
1945-1947: USA E URSS DA ALLEATI AD ANTAGONISTI
Con la conferenza di Yalta, Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione Sovietica avevano spartito l’Europa in sfere d’influenza: l’Urss ottenne i paesi baltici, Polonia e Ungheria, Romania e Bulgaria e la Iugoslavia. Fu inoltre decisa la divisione della Germania e furono stabiliti i principi generali: libere elezioni in tutti i paesi d’Europa, diritto dei popoli all’autodeterminazione e commercio internazionale aperto. I paesi europei e l’Unione Sovietica confidavano nel sostegno degli Stati Uniti per far fronte alla ricostruzione, attraverso una Banca mondiale e un Fondo monetario internazionale, con sede a Washington, quindi sotto un forte controllo americano. Il dollaro divenne la moneta di riferimento e venne garantito un sistema commerciale aperto. Nel giugno 1945 venne fondata l’Organizzazione delle Nazioni Unite per assicurare la pace e la sicurezza internazionale, il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali e la promozione dello sviluppo economico. Gli organi dell’ONU sono l’Assemblea generale e il Consiglio di sicurezza, composto da cinque membri permanenti (USA, URSS, Gran Bretagna, Francia e Cina), e da dieci a rotazione. Ciascun membro permanente aveva un potere di veto. Venne inoltre istituito un tribunale militare internazionale, che giudicò 24 esponenti del nazismo (3 assoluzioni e 12 condanne a morte). Con la conferenza di Potsdam i confini tra Polonia e Germania furono spostati su richiesta di Stalin e avvenne l’occupazione della Germania divisa in quattro zone tra Usa, Francia, Inghilterra e Urss. L’Unione Sovietica non si mostrava però intenzionata a garantire lo svolgimento delle elezioni in Polonia. Nel 1946 Stalin parlò dell’inevitabilità di un conflitto fra mondo capitalista e blocco socialista; nel 1947 non fu trovato nessun accordo sulla Germania. Ad aggravare la tensione contribuiva l’arma atomica. L’inizio della guerra fredda avvenne nel 1947 quando Truman parlò di due modi di vita alternativi: uno fondato sul rispetto delle libertà, l’altro sul totalitarismo e sull’oppressione. Egli promise un aiuto ai regimi democratici minacciati dal comunismo, inaugurando una politica del contenimento allo scopo di evitare un’espansione dell’influenza sovietica. Stalin dette vita al Kominform con lo scopo di legare a sé i partiti comunisti, soprattutto d’Italia e Francia.
1948-1949: IL SISTEMA DI ALLEANZE DURANTE LA GUERRA FREDDA
L’Europa era così divisa in due blocchi: orientale e occidentale. Il blocco sovietico era formato da Germania orientale, Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Cecoslovacchia e Albania. In Iugoslavia l’Urss si scontrò con Tito che aveva dato vita alla Repubblica socialista federativa iugoslava che comprendeva Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Macedonia. Il partito iugoslavo, espulso dal Kominform, intraprese una via al socialismo. In Germania, Berlino venne divisa in quattro settori. Le potenze occidentali decisero di avviare la riunificazione delle zone di loro competenza, ma i sovietici si opposero: nel 1949 le zone occupate dall’occidente divennero la Repubblica federale tedesca, mentre i sovietici la Repubblica democratica tedesca. Stati Uniti, Canada e l’Europa occidentale stipularono il Patto atlantico creando la Nato che sarebbe intervenuta in caso di attacco sovietico. Negli USA si arrivò a promulgare leggi contro la libertà politica e sindacale (Joseph McCarthy, coniugi Rosenberg vittime).
L’EUROPA DEL DOPOGUERRA E LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA
Il dopoguerra fu un periodo di ricostruzione economica e sociale. Gli Stati Uniti (Marshall) elaborarono un piano di aiuti economici (ERP). Politicamente, gli USA intendevano dare solidità all’Europa esposta al pericolo di una crescita del comunismo; economicamente era indispensabile trovare uno sbocco verso l’Europa: nacque così l’Organizzazione europea per la cooperazione economica. La Gran Bretagna attuò la politica del welfare state convinta che uno stato liberale dovesse assicurare ai cittadini i beni primari. Questo modello si estese in tutta l’Europa occidentale. Si formò inoltre un movimento teso all’unificazione europea e al conseguente abbattimento delle bandiere doganali. Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi scrissero un manifesto per la libertà e l’unità europea. Nel 1951 si creò la Comunità europea del carbone e dell’accaio alla quale aderirono Francia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Italia e Germania occidentale. Il trattato di Roma dava vita alla Comunità economica europea che doveva promuovere la creazione di un Mercato comune europeo dove vigesse libertà di circolazione per merci, capitali e lavoratori, e alla Comunità europea dell’energia atomica. Nell’est europeo l’Unione Sovietica aveva dato vita al Comecon per promuovere e coordinare l’espansione economica e gli scambi commerciali tra i paesi del blocco orientale. Caratteristica di tale sistema era la determinazione dei prezzi: il valore delle merci veniva determinato sulla base del costo del materiale e del lavoro richiesto. Tentarono inoltre di rilanciare l’agricoltura e l’industria leggera, mentre il commercio restava depresso. L’economia statalista dell’Urss finì per impedire un effettivo sviluppo produttivo e un’ampia circolazione di beni di consumo.
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