La caduta del fascismo

Nel 1943 Roosevelt e Churchill si incontrarono alla conferenza di Casablanca dove aprirono un secondo fronte in Europa in cui scelsero come obiettivo l’Italia. Sbarcarono in Sicilia, bombardando Roma e Frascati, riuscendo a ripristinare lo Statuto Albertino restituendo il comando delle forze armate al re che fece arrestare Mussolini. Il nuovo capo del governo, Pietro Badoglio, firmò segretamente a Cassibile un armistizio con gli anglo-americani. Ciò fece precipitare l’Italia nel caos, forzando il re e Badoglio a rifugiarsi a Brindisi. Il vuoto di potere facilitò ai tedeschi il mantenimento del controllo militare sulla parte del paese non occupata dagli Alleati. Mussolini venne liberato proclamando la Repubblica sociale italiana di Salò. La divisione tra i repubblichini fascisti e i partigiani portò a una guerra civile. Le formazioni partigiane erano organizzate in piccoli gruppi con basi nelle zone collinari e sulle montagne. Dopo l’armistizio avevano dato vita al Comitato di liberazione nazionale formato da sei partiti: Partito comunista, Partito d’Azione, Partito socialista, Democrazia cristiana, Partito liberale e Democrazia del lavoro. Mentre Badoglio dichiarava guerra alla Germania, l’esercito alleato raggiunse Napoli che insorgeva spontaneamente (le quattro giornate), fino a fermarsi alla linea di difesa Gustav. L’avanzata alleata, dopo aver superato Firenze, venne bloccata nella linea gotica fra Tirreno e Adriatico.

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