Da una guerra lampo alla guerra mondiale
La guerra lampo
Poiché Hitler ordinò di invadere il territorio polacco, il 3 settembre 1939 iniziò la seconda guerra mondiale, dove l’Italia si dichiarò in posizione di non belligeranza. I tedeschi seguirono la tattica di sfondamento della guerra lampo, costringendo l’esercito polacco ad arrendersi: il territorio polacco fu diviso tra Germania e Unione Sovietica. L’esercito sovietico poneva sotto il proprio controllo le piccole repubbliche baltiche dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania, poi attaccò a guerra diventa mondialela Finlandia, e si impadronì della Danimarca e Norvegia. La linea di fortificazione Maginot francese, considerata inespugnabile, venne aggirata dai tedeschi che violarono la neutralità di Olandia, Belgio e Lussemburgo per penetrarare in Francia. L’Italia aveva mantenuto la sua posizione a causa dell’impreparazione dell’esercito, le insufficienti risorse industriali e le tensioni con l’alleato tedesco. Ma il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarò guerra alla Francia e Inghilterra, sperando di sederli al tavolo dei vincitori. La Francia chiese l’armistizio secondo il quale tutta la Francia atlantica passava sotto il diretto controllo tedesco, mentre la restante sarebbe andata a costituire un nuovo stato francese. Il generale Gaulle lanciò un appello perché cominciasse la Resistenza. La Germania progettò uno sbarco in Gran Bretagna. Era necessario neutralizzare l’aviazione britannica, dette inizio così alla battaglia d’Inghilterra, che però fallì. Mentre l’Italia conquistava la Somalia britannica, il Patto d’Acciaio fra Germania e Italia fu esteso al Giappone col Patto tripartito, che prevedeva l’impegno da parte dei tre contraenti a creare un ordine nuovo per il pianeta, concepito su basi razziali.
La svolta del 1941
I diplomatici tedeschi avevano avviato delle trattative con l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria, la Iugoslavia e la Slovacchia. L’Italia invece attaccò la Grecia ma senza successo. I tedeschi, giunti in soccorso, occuparono la Jugoslavia e invasero la Grecia. Inoltre gli inglesi, forzati dall'esercito tedesco guidato da Rommel ad abbandonare la Cirenaica, riuscirono ad occupare la Somalia, l’Eritrea e l’Etiopia. Nel 1941 i tedeschi avviarono l’operazione Barbarossa attaccando l’URSS con l'aiuto di Mussolini che partecipò con l’ “Armata italiana in Russia”. L’esercito sovietico riuscì a sfuggire facendo terra bruciata dietro di sé; essi poterono fare affidamento anche sugli aiuti americani, poiché la “legge affitti e prestiti” autorizzava il governo a vendere, prestare o affittare materiale bellico e prodotti di ogni genere. Con la “Carta atlantica” invece fissarono alcuni fondamentali principi ispirati alla libertà e alla democrazia, da realizzare dopo la definitiva distruzione della tirannia nazista. Il Giappone nel frattempo voleva costruire una grande Asia sotto la sua egemonia: occupò così l’Indocina e tentò di espandersi nelle Indie orientali olandesi. Gli USA così interrompono le forniture di acciaio e petrolio, portando l’aviazione giapponese ad attaccare a sorpresa la base navale di Pearl Harbor determinando l’intervento in guerra degli Stati Uniti.
L'inizio della controffensiva alleata
I giapponesi riuscirono a occupare tutte le zone militarmente importanti dell’Estremo Oriente mentre l’esercito tedesco avanzava in Unione Sovietica giungendo fino a Stalingrado portando a una battaglia urbana dove i russi riuscirono a resistere fino all’arresa del comandante tedesco. Gli americani con la controffensiva in Estremo Oriente vinsero le battaglie delle Midway e di Guadalcanal mentre in Africa settentrionale gli inglesi sfondarono il fronte nemico a El-Alamein portando al rientro di Rommel in Germania.
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