Le indipendenze in Asia

L’impero britannico già prima della seconda guerra mondiale aveva iniziato nei confronti delle sue colonie asiatiche un graduale processo di concessione dell’autonomia. In india la scena politica era dominata dal Partito del Congresso di Gandhi per raggiungere l’indipendenza attraverso strategie non violente. Con l’inizio della seconda guerra mondiale le campagne di protesta e di disobbedienza civile nei confronti della Gran Bretagna erano riprese sotto la guida di Nehru. Il riconoscimento dell’indipendenza avvenne nel 1947. Il conflitto religioso tra induisti e musulmani portò alla nascita di due stati: l’Unione Indiana (indù) e il Pakistan (islamico). La divisione causò l’esodo forzato di moltissimi profughi. India e Pakistan finirono in guerra per il controllo del Kashmir, mentre Gandhi venne assassinato. Nehru divenne capo del governo indiano proclamando la repubblica federale. La nuova Costituzione abolì la poligamia e fece una riforma agraria: imposizione di un limite massimo di estensione delle proprietà terriere, la redistribuzione delle terre in eccedenza e la formazione di cooperative agricole. Non riuscì però a eliminare i gravi problemi del paese (analfabetismo, fame e crescita demografica). In politica estera si mantenne in una posizione di equidistanza tra i due blocchi. Primo ministro fu Indira Gandhi. La guerra tra India e Pakistan per costituire uno stato autonomo nel Bengala occidentale portò Indira Gandhi a stipulare un patto di alleanza con l’Unione Sovietica. Nacque la repubblica indipendente del Bangladesh. La guerra tra Francia e il Fronte nazionale per la liberazione del Vietnam finì nel 1954 con la sconfitta francese. Nascevano così tre diversi stati: la Cambogia, il Laos e il Vietnam, a sua volta diviso in Vietnam del Nord e del Sud.

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