Brani

I limoni

Parlando con il lettore Montale sottolinea una distinzione tra lui poeti “ufficiali” (laureati), questi sono soliti usare terminologie difficili anche per indicare situazioni e oggetti quotidiani come gli alberi (es. bosi ligustri e acanti). Il poeta invece preferisce le stradine di campagna, circondate dal prato e dai fossi, i ragazzi che giocano nelle pozzanghere e che pescano le anguille, questa è un immagine semplice che è collegata al suo ricordo, quando era piccolo, infatti pescava le anguille. Altra immagine semplice è rappresentata dalle stradine che passano vicino agli argini dei fossi e che conducono agli orti dove si vedono gli alberi di limone. I gridi degli stormi (d’uccelli) si perdono assorbiti dall’immensità del cielo e ,nel silenzio, si sentono più chiaramente i fruscii dei rami delle piante di limone (care al poeta, infatti le definisce amici) e il suo odore che rimane legato alla vita della terra (a differenza degli uccelli assorbiti dal cielo) e suscita una dolcezza “inquieta” nel poeta. Grazie all’odore dei limoni i conflitti interiori del poeta si placano e gli vengono in mente bei ricordi e momenti , ma solo le persone semplici possono cogliere l’immenso significato che può portare una cosa umile come l’odore dei limoni. A volte vediamo le cose in modo diverso, e proprio in quel momento sembra che si stia per oltrepassare il muro dell’apparenza per scoprire la verità che si cela dietro ogni oggetto, il significato. Il profumo di ambrosia, sintomo ,secondo il mito classico, della presenza degli dei, viene ricercato in modo quasi disperato soprattutto sul finire della giornata quando si pensa di non riuscire a trovare soluzioni. Il poeta ha l’impressione che tutte le presenze anche le più normali sino in realtà modi per attraverso cui gli dei si rendono avvicinabili. La speranza di conoscere finalmente la verità si dissolve così come l’estate e le vacanza, si passa all’inverno e al cielo di Genova, che si vede a strisce a causa dei palazzi alti, e grigio. In autunno e in inverno, la pioggia cade sulla terra “stancandola” e rendendola pesante, si addensa e opprime l’animo del poeta, così come le città mentre la luce si fa scarsa. A causa di uno sbaglio, il portone rimane aperto e vediamo nel cortile i limoni gialli, gioiosi, opposti all’inverno che sciolgono la tristezza dell’inverno e nel cuore si ha la sensazione di riuscire a trovare un senso alla vita.

Figure retoriche:

Antitesi:

  • poeta - altri letterati;

    -alberi di limoni – bosi ligustri e acanti

  • alberi di limone legato alla terra – uccelli che scompaiono in cielo

  • cielo azzurro e limpido –cielo grigio e a strisce

  • limoni gialli – inverno grigio

Personificazione: Rami amici Correlativo oggettivo: limone e odore limoni suscitano felicità e il ricordo del passato e dell’infanzia, speranza di trovare un senso alla vita. Tipico dell’ermetismo e della sua poetica. L’inverno trasmette amarezza ( vista anche nella mancanza di luce), pioggia opprimente. Poveri, con questo termine intende le persone semplici. Ermetismo = semplicità. Verità metafisica: Montale è alla ricerca di una verità nascosta nelle piaghe del mondo “tradire il loro ultimo segreto” Concetto chiave:

  • odore: limoni, ambrosia -> apparizione dei, della vita

  • silenzio, permette di sentire il rumore dei rami, nel silenzio le cose cambiano forma, nei silenzi si vedono le divinità nelle cose comuni

Meriggiare pallido e assorto

Si trascorre il pomeriggio, e quindi le ore più calde della giornata, oppressi dalla calura e dal torpore , vicino ad muro reso rovente dal sole, ascoltando nella natura (pruni e sterpi) i versi del merlo ed il frusciare delle serpi. Nelle crepe del terreno o sulla veccia, un tipo di pianta erbacea si spiano le fila di formiche rosse ( che ora si interrompono e ora s’intrecciano fino alla sommità di piccoli mucchietti di terra dei formicai. ) Si osserva attraverso le fronde degli alberi (in lontananza) il tremolio del mare che sembra frammentato e palpitante mentre dalle rocce nude si sente il tremulo frinire (canto) delle cicale. E camminando sotto il sole abbagliante si realizza con triste stupore che la vita non è che un fiancheggiare una muraglia invalicabile. Figure retoriche: Onomatopea:

  • frusci e schiocchi

  • tremuli scricchi

    L’insensata e frenetica operosità delle formiche può ricordare la condizione dell’uomo condannato al lavoro.

Il sole ha due effetti principali sul mare:

  • scaglie di mare: il sole fa scintillare la distesa del mare, dando l’impressione che sia composta da scaglie

  • palpitare per il riflesso del sole sull’acqua che crea un movimento e un metallico baluginio

Analogia: cavi picchi, le cime delle alture prive di verde come teste calve L’immagine del muro con in cima i cocci aguzzi diventa il simbolo della muraglia che è la vita che non è abbattibile

Spesso il male di vivere ho incontrato

Il poeta dice che spesso ha incontrato il male di vivere ossia il dolore, la sofferenza, che tendono a coincidere con la vita stessa, tema principale dell’ermetismo, e questo l’ha incontrato nel rumore del ruscello che sembra lamentarsi, quasi strozzato, nell’accartocciarsi della foglia secca e nel cavallo morente. Non ho conosciuto alcun bene a eccezione di quello concesso che sembra quasi un prodigio dall’estraneità, dal distacco dai problemi e dalle passioni altrui. L’indifferenza è una divinità ed è un privilegio di cui godono solo gli dei. Tre elementi che esprimono indifferenza come la statua durante il pomeriggio, la nuvola e il falco che vola alto. Figure retoriche: Personificazione: rivo strozzato Uso di termini d’effetto come “incartocciarsi” riferito alla foglia al posto di “accartocciarsi” Immagini di indifferenza come nel correlativo oggettivo (ultime tre immg)

Il sogno del prigioniero

Nella prigione le albe e le notti si distruggono tra loro soltanto per pochi particolari. Il volo irregolare degli uccelli, o degli aerei di combattimento, sulle torri di guardia nei giorni di battaglia mie uniche ali, uno spiffero di gelida aria dal Polo Nord, l’occhio della guardia che mi sorveglia dallo spioncino, un rumore di noci frantumate, il friggere dell’olio proveniente dai forni, e poi girarrosti veri o presunti – ma la paglia su cui sono disteso è come oro, la luce rossastra della lampadina è come un focolare, se mentre dormo posso credere di essere accanto a te. L’epurazione dei nemici politici è antica come il mondo e non ha vere ragioni. Si dice che chi rinnega le proprie idee e dichiara il falso può salvarsi da questo massacro di esseri indifesi; e si dice anche che chi fa autocritica, ma al tempo stesso tradisce e per salvarsi denuncia altri uomini, impugna il cucchiaione, invece di finire lui stesso nel cibo preparato per gli dei crudeli. Privo di lucidità intellettuale, ferito dal pagliericcio che punge, mi sono identificato con il volo della tarma che la mia scarpa schiaccia sul pavimento della cella, mi sono identificato nei kimoni che hanno i colori variopinti e mutevoli delle luci sparse all’alba dalle torri della prigione; ho aspirato nel veno il puzzo di bruciato delle ciambelle prodotte nei forni, mi sono guardato attorno: ho immaginato arcobaleni sull’orizzonte di ragnatele e petali di fiori sulle sbarre della cella, mi sono rialzato in piedi, sono ricaduto sul fondo dove il minuto dura un secolo, e si susseguono continuamente i colpi e i passi, e non so ancora se al banchetto sarò il cuoco o il cibo. L’attesa è lunga, il mio sogno di te non è ancora spento.

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