Realismo
Il Realismo si diffonde principalmente sotto forma di Naturalismo e Verismo.
Naturalismo
Nasce in Francia tra il 1865 e il 1870. Considerato parte del realismo perché nelle opere si dà importanza alla realtà oggettiva. Manifestava inoltre, l’attenzione per la realtà e per il vero e applica alla letteratura le idee del Positivismo.
I naturalisti si paragonano agli scienziati: osservano la realtà, conducono esperimenti su di essa, ricostruiscono la psicologia per stendere un documento umano oggettivo, realistico e concreto.
Le caratteristiche stilistiche sono impersonalità e oggettività.
Teorico ma anche scrittore, Émile Zola è uno degli autori principali. Anche lui come Taine parla dell’artista che è uno scienziato che deve sperimentare sulla realtà.
Attraverso la scienza l’uomo può controllare bene e male, dare delle regole alla propria vita e risolvere i problemi della società.
Verismo
Il Verismo fu chiamato così per l’attenzione alla realtà, alla vita quotidiana della gente e alle problematiche sociali o d’ambiente. Si diffonde soprattutto tra contadini e minatori.
Gli scrittori del Verismo si soffermavano specialmente sulle miserie, economiche e sociali del Mezzogiorno d’Italia all’indomani della raggiunta Unità d’Italia.
Autori
Luigi Capuana, considerato grande teorico del Verismo, si occupò molto fu divulgare l'esperienza dei naturalisti tramite molti articoli e saggi critici.
Verga, che diede anche contributi teorici con la novella Fantasticheria e a seguire una lettera all'amico Salvartore Farina e Prefazione dei Malavoglia.
Federico de Roberto, scrive il romanzo Viceré ambientato nel passaggio dai Borboni all’unità d’Italia a Catania.
Sono pessimisti e scrivono per sottolineare l’impossibilità di riscattare le loro condizioni.
Analogie tra Naturalismo e Verismo:
Derivazione dal Realismo; quindi entrambe descrivono la realtà del tempo.
L’osservazione rigorosa delle passioni umane.
Il desiderio di dare alla letteratura appropriati strumenti d’indagine e di rappresentazione, cioè un’anima scientifica.
I veristi riflettono un senso d’impotenza, di fronte al disagio sociale essi accentuano una sensazione di rassegnato pessimismo.
Meriti della letteratura verista:
Rinnovazione profonda sia dei temi sia del linguaggio tradizionale della letteratura, promuovendo una maggiore semplicità d’espressione e un’inedita concretezza di temi e personaggi.
Rappresentazione sincera e oggettiva grazie a forme lessicali più vicine al parlato.
Uno dei difetti dei veristi fu la frequante caduta nel tono paternalistico: il loro era spesso un tono di superiorità. Da questo limite seppero tenersi lontani solo gli scrittori maggiori e in particolare Verga.
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