Il percorso delle opere

Lo sperimentalismo pascoliano

Nella casa di Pascoli a Castelvecchio c'erano tre tavoli sui quali lavorava: il primo era riservato alla poesia in italiano, il secondo a quella in latino e il terzo agli studi su Dante. La ricca sperimentazione dell'autore ricercò più strade simultaneamente. Pascoli non passava ad un'altra esperienza dopo la conclusione della precedente ma ne coltivava diverse allo stesso tempo.

La novità di Myricae

La raccolta Myricae (dal latino “tamerici”) era un'opera fatta di arte cose semplici e umili: la vita della campagna e in alcuni casi brevi memorie dell'infanzia. L'opera recava una vera rivoluzione per la poesia italiana sia per i temi che per lo stile in cui usa molto l'analogia. Molte di queste novità si riassumono nella poetica del “fanciullino”: era quest'ultima a suggerire la novità di uno sguardo “piccolo” sulla realtà, lo sguardo appunto del poeta-fanciullo.

I Poemetti

L'opera sarà divisa in due parti, Primi poemetti e Nuovi poemetti. Anche in questo caso protagonista è la vita di campagna: il “fanciullino” cerca elementi di poesia ingenua e spontanea. La novità è data dal metro e dallo sviluppo narrativo, i componimenti sono decisamente più lunghi e ricorre alla terzina. Costruisce una storia romanzata di una famiglia toscana.

I Canti di Castelvecchio

Il titolo richiama la dimora di Garfagnana, i temi sono tratti dalla vita di campagna a cui si mescolano anche le liriche ispirate dai ricordi di infanzia. È considerato il libro più maturo di Pascoli e in esso usa il simbolismo e dell'analogia.

L'originale classicismo dei Poemi conviviali

Scrisse prima Poemi conviviali e poi Odi e Inni i cui testi s'incentrano su personaggi contemporanei o moderni, resi illustri da gesta di valore e scoperte scientifiche. I Poemetti conviviali sono venti poemetti scritti in endecasillabi in cui l'autore imita il tono degli antichi carmina le poesie recitate in onore degli eroi leggendari o di personaggi illustri durante i banchetti. Pascoli si sofferma su un mondo pieno d'inquietudine.

L'ultimo Pascoli

Le ultime raccolte rappresentano una forte involuzione e un chiaro abbandono della poetica del fanciullino: Pascoli si presenta come il nuovo poeta-vate della nazione. Canta temi storici, resi illustri da gesta di valore e scoperte scientifiche, celebra il Risorgimento e le virtù civili.

Le poesie in latino

Pascoli fu autore anche di un centinaio di poesie latine, i Carminia. Risalta anche in questi testi la ricerca di novità sia linguistica (il latino che usa è quello dei secoli della “decadenza”), che di tematica (i protagonisti sono per lo più figure umili e oppressi).

Le prose

Prima del Fanciullino un'altra importante opera di teoria poetica è Il sabato, scrisse anche studi di critica letteraria specialmente su Leopardi e Dante. Negli ultimi anni come maestro di vita civile tenne diversi discorsi ufficiali: tra queste anche una in occasione della guerra in Libia, La grande proletaria si è mossa, in cui il nido familiare sembra allargarsi all'intera nazione.

Il Fanciullino

Sono 20 brevi capitoli come una sorta di dialogo interiore fra il poeta e la sua anima di “fanciullino” soprattutto nei primi 3 capitoli. C'è una corrispondenza tra il fanciullino e il poeta, la poesia per lui è vera solo se riesce a parlare con la voce del fanciullino. Il poeta non deve insegnare, ammonire o muovere azioni ma deve avere una dimensione implicitamente pedagogica e morale, la poesia che ne scaturisce non può che incarnare i valori della bontà.

Myricae

Raccolta di 22 poesie, trattato da pascoli dal secondo verso della IV egloga del poeta latino Virgilio . le tamerici diventano l’emblema della poesia umile e dimessa. L’edizione definitiva del 1903 comprende 156 liriche ed erano un continuo perfezionamento delle liriche già pubblicate. Si rappresenta come un personalissimo diario di pensieri e delle esperienze dell’autore a contatto diretto con la vita di campagna. L’altro motivo della raccolta è la triste ricostruzione delle tragiche vicende familiari.

Una campagna vera ma piena di segni:

Si presenta come il poeta della campagna, egli presta grande attenzione analitica al mondo delle cose concrete dei campi e perciò la sua è una campagna assai più vera di altri autori che parlano solo generalmente della natura. Il realismo non era il suo scopo finale e nemmeno le curiosità folkloristiche, a lui interessavano i riflessi interiori della vita contadina, ciò dunque è una raffigurazione psicologica e simbolica mirata a cogliere le reazioni umani di fronte alla natura, questi segni sono concreti e realistici.

Poemetti

Racconta le opere e i giorni di una famiglia contadina della Garfagnana: il capoccio e la moglie, le figlie e i figli. Intersecata a questo livello c'è la storia d'amore di Rigo e Rosa, il loro amore si sviluppa insieme alle vicende della terra, nasce in autunno, cresce in inverno, si risveglia in primavera e si compie d'estate con le nozze. La campagna è felice e non c'è la morte.

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